Non solo Agenzia delle Entrate, gli enti che possono spiare il nostro conto corrente sono di gran lunga superiori a quello che penseresti. Ti svelo l’elenco completo
È ormai opinione comune che i conti correnti dei cittadini siano facilmente ‘visibili’ a una molteplicità di soggetti. L’idea che amministrazioni fiscali, creditori ed enti territoriali abbiano accesso al nostro conto in banca senza troppi ostacoli, in effetti, si è ben radicata. Cosa implica questo? Timori diffusi e percezione di assenza di garanzie. Questa, come già specificato, è però l’opinione dei più, che spesso non sono informati rispetto a come vadano realmente le cose.

La realtà, difatti, è che esistono regole e garanzie che tutelano i cittadini secondo un sistema stringente di regole e vincoli. Tale sistema, ti starai domandando, ci salvaguarda completamente dai pericoli? Analizziamo insieme la situazione, così da comprendere meglio quali sono i rischi e quali le garanzie.
Chi può spiare il nostro conto corrente? Tutta la verità
Innanzitutto chiariamo un punto fondamentale: il rapporto bancario, al contrario di ciò che pensi, resta riservato per principio. Tutte le informazioni riguardanti saldo e movimenti finanziari appartengono ai dati personali del proprietario del conto e sono perciò tutelate dalla disciplina sulla protezione dei dati personali. Acquisire tali informazioni, di conseguenza, è tutt’altro che una procedura facile; viene permesso solo in presenza di una base giuridica o di un provvedimento emanato dall’autorità competente. Se i suddetti presupposti non ci sono, gli istituti di credito e i soggetti esterni non possono affatto aver accesso alle informazioni.
Quanto ai poteri dell’Agenzia delle Entrate, anche qui va fatta una specifica. Sebbene l’ente venga percepito come detentore di un potere assoluto, le cose non stanno proprio così. L’Agenzia, infatti, non controlla affatto i conti correnti dei contribuenti in maniera costante. Al contrario, l’esame di questi dati viene effettuato solo per scopi fiscali ben precisi: quando vi sono anomalie, scostamenti notevoli tra redditi dichiarati e spese, oppure quando sono già stati avviati controlli formali.
Per quel che concerne la Guardia di Finanza, il discorso è simile. L’accesso ai conti correnti viene permesso solo nella misura in cui vi siano indagini fiscali, penali o tributarie in corso. Devono perciò esserci esigenze investigative concrete a monte di simili operazioni.
Controllo dei conti correnti bancari: quali sono le leggi che regolamentano le operazioni
A regolamentare le operazioni di controllo dei conti correnti bancari è la direttiva Ue 2019/1153, recepita in Italia dal decreto legislativo numero 195 del 2021. La normativa, nella fattispecie, disciplina l’utilizzo delle informazioni finanziarie per contrastare reati come riciclaggio e finanziamento del terrorismo. L’accesso ai dati sui conti bancari, lo ribadiamo, è però riservato a determinate autorità e subordinato a condizioni rigide. Questo, come già chiarito, serve a evitare che ci siano controlli generalizzati e indiscriminati.

Quando si entra nel terreno dei creditori privati, poi, la questione si complica ulteriormente. A un creditore non viene permesso, per iniziativa propria, di ottenere informazioni in merito al debitore. È infatti obbligatorio disporre di un titolo esecutivo valido per effettuare un’operazione di questo genere. Ora che abbiamo chiarito un po’ di questioni puoi tirare un sospiro di sollievo: a differenza di ciò che hai sempre creduto, il tuo conto corrente è – il più delle volte – al sicuro.





