IMU sulle seconde case, arriva l’esenzione semplificata: ecco cosa bisogna fare e quale documento presentare.
Gli italiani, ogni anno, devono pagare una serie di tasse e di imposte al Governo o ai Comuni attraverso ad esempio i vari F24 ordinari.

Dal 2012 è stata istituita anche l’IMU, chiamata Imposta Municipale propria. Si tratta di un’imposta patrimoniale che deve essere versata dai proprietari di immobili, terreni agricoli o aree edificabili. Le aliquote non sono precise e variano da comune in comune: il calcolo viene fatto sul tipo di immobile, sulla rendita catastale e sull’aliquota decisa da ogni singolo comune. Ci sono poi anche eventuali detrazioni o esenzioni che vanno di fatto conosciute: l’imposta, in ogni modo, si paga in due rate. L’acconto va versato entro il 16 giugno mentre il saldo va fatto entro il 16 dicembre.
Come abbiamo anticipato poco fa, possono esserci delle riduzioni o delle esenzioni in base ad alcune casistiche particolari. L’IMU, ad esempio, non è previsto per l’abitazione principale e potrebbe anche non essere previsto per una seconda casa in base ad alcune condizioni già stabilite dalla sentenza n.209 del 13 ottobre 2022 della Corte Costituzionale. Ma vediamo quindi qual è il caso di cui vogliamo parlarvi in questo dettagliato articolo.
IMU seconde case, arriva l’esenzione semplificata: basterà presentare questo documento
La Corte Costituzionale ha preso in esame i casi di coppie sposate o unite civilmente che hanno però residenze in abitazioni completamente diverse. In un primo momento era stata dichiarata illegittima la norma che per queste coppie limitava l’esenzione dell’imposta ad una delle due case. Una norma che richiedeva quindi il pagamento per la seconda abitazione.

Con la sentenza n.209 è stata introdotta la possibilità di esenzione per entrambi gli immobili: bisogna però verificarsi la condizione di residenza e di dimora di uno dei due coniugi e non solo la semplice residenza anagrafica. La sentenza ha anche valore retroattivo: per questo motivo, è possibile richiedere il rimborso per le imposte versate da quando si è espressa la Corte. La domanda di rimborso, in ogni modo, va presentata entro i cinque anni dal versamento.
Per ricevere i rimborsi e per non pagare l’IMU, bisogna dimostrare ovviamente la condizione di residenza e dimora. Ma cosa bisogna fare per testimoniare ciò e richiedere così i soldi? Nello specifico, la condizione va provata attraverso un documento specifico: stiamo parlando dell’attestazione di residenza, con i documenti che devono obbligatoriamente determinate la presenza nell’abitazione del nucleo familiare. Durante i controlli, si verifica anche la scelta del medico di base o le bollette delle utenze che dimostrino consumi avvenuti durante l’anno.

Dopo aver presentato la documentazione, il caso verrà poi esaminato direttamente dal comune di riferimento che sfrutterà le banche dati dei consumi idrici ed energetici. Per l’IMU, lo ricordiamo, c’è anche un’agevolazione per poterlo pagare con uno sconto del 75%.





