E’ preoccupante quanto emerso nei test condotti su pasta, pane e cereali che all’ordine del giorno compriamo nel supermercato più vicino a casa.
L’ultimo studio condotto sui prodotti tra i più gettonati e acquistati del supermercato, ha fatto emergere uno scenario a dir poco preoccupante. Quel che è stato trovato al loro interno, può far parlare di una vera e propria contaminazione. Siamo davanti ai cosiddetti “PFAS“, ossia gli “inquinanti eterni“.

Questa catalogazione gli è stata attribuita in base al fatto che si tratti di uno dei più grandi problemi della nostra epoca storica. Sono presenti nell’acqua che beviamo e nel cibo e sono sostanze associate a malattie quali danni al fegato e alla tiroide, obesità e tumori.
PFAS presenti in pasta, cereali e pane che mangiamo ogni giorno
I risultati dello studio condotto dalla rete PAN Europe (Pesticide Action Network), ossia uno dei maggiori al mondo enti di vigilanza sulla qualità alimentare, hanno destato scalpore proprio a causa della pericolosità dei PFAS e della loro associazione a prodotti consumati in larga scala e in gran quantità.

Precisamente, i test hanno individuato tracce di uno dei veleni PFAS, il reprotossico acido trifluoroacetivo (TFA), all’interno di prodotti cerealicoli. Sono stati presi in esame 66 prodotti (tra pasta, pane, farina e cereali per la prima colazione), tutti provenienti da 16 diversi paesi europei.
Un’analisi di questo tipo è stata la prima, in quanto le autorità locali non hanno modo di monitorare di default l’eventuale presenza di TFA negli alimenti importati. E’ stato scoraggiante trovare tracce contaminanti in 54 campioni su 66, con livelli di veleno molto alti (78,9 microgrammi per kg).
TFA nei prodotti cerealicoli: tasso di contaminazione elevato
Un dato più di altri è balzato all’occhio: la contaminazione è presente in livelli più elevati all’interno di prodotti a base di grano, più di quelli realizzati con altri cereali. Parliamo di cibi ampiamente consumati da buona parte della popolazione italiana, per piacere e tradizione alimentare. Ma quali sono, nel dettaglio, le conseguenze dell’ingestione di TFA?

In passato, il TFA era considerato uno dei PFAS più sicuri. Ricerche scientifiche più recenti hanno totalmente smentito questa convinzione, classificandolo come tossico per la riproduzione e tossico in linea generale. Il primo caso è stato accertato dopo studi che hanno dimostrato effetti tossici sulla fertilità e danni nello sviluppo prenatale a embrioni e feti.
L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha poi esaminato gli effetti sulla salute a 360°, confermando risvolti negativi per fegato, sistema endocrino e sistema riproduttivo legati all’assunzione continuativa di TFA. Il rischio cresce esponenzialmente se il TFA viene ingerito nel lungo termine o semplicemente se si è esposti a lungo a una contaminazione di tipo ambientale.
Trovate tracce di contaminazione nei prodotti a base di cereali che compriamo al supermercato
Possiamo dichiarare che la contaminazione alimentare da TFA rappresenta oggi un problema diffuso ed emergente. In primis, le autorità stanno valutando di riconsiderare l’uso dei pesticidi PFAS nelle coltivazioni, proprio per limitare il più possibile il rischio per la salute umana legato ad un consumo giornaliero.





