Il conguaglio di fine anno metterà in ginocchio anche i pensionati: quali manovre opererà l’INPS per decurtare la pensione il prossimo mese?
Con il prossimo conguaglio, non solo i dipendenti privati subiranno dei tagli delle buste paga. Anche per i pensionati la sorte potrebbe essere la stessa. Addirittura, si rischia di non percepire un soldo per l’inizio del nuovo anno. Se da una parte, la gioia del piccolo aumento dovuto alla rivalutazione degli importi era ancora palpabile, dall’altra sopraggiungono brutte notizie: la stessa mensilità potrebbe al contempo subire un taglio netto.

Il mese di gennaio coinciderà con il conguaglio sulla pensione, ossia la manovra tramite cui l’INPS opererà un ricalcolo delle imposte dovute, Irpef e addizionali comunali e regionali sulla base di quanto è stato percepito nel corso dell’anno. Infatti, le imposte pagate durante i vari mesi di pensionamento, sono calcolate in via presuntiva, per poi essere messe in regola con il conguaglio finale.
Conguaglio di fine anno, taglio netto anche per le pensioni
Se per i lavoratori dipendenti è il datore a fungere da sostituto d’imposta, nel caso dei pensionati sarà l’INPS a fare le stesse veci e stimare durante l’anno quanto un pensionato dovrebbe percepire. Al 31 dicembre, poi, l’ente tira le somme e calcola se ci sia il bisogno di un recupero fiscale.

In tal caso, sottrae dalla paga mensile di gennaio quanto necessario a saldare l’imposta. In alcuni casi, se l’importo è consistenze, il taglio potrebbe voler dire vedersi totalmente azzerare la paga mensile. Se l’importo dovesse superare quello di una pensione mensile, è addirittura possibile rateizzare quanto dovuto spalmando i pagamenti su più mensilità, altrimenti l’INPS procederà con il recupero delle somme prelevando dalle mensilità successive a quella di gennaio, fino ad aver recupero totalmente l’imposta dovuta.
Come confermato dallo stesso ente, sarà gennaio il mese del prossimo conguaglio. L’inizio del 2026 sarà infatti il termine ultimo per tirare le somme del 2025, basandosi su quanto effettivamente percepito dal pensionato. Ma chi si trova maggiormente a rischio di veder tagliata la prossima pensione?
Pensioni di gennaio, potrebbero addirittura essere pari a zero
Per rendere l’idea di chi rischia maggiormente la decurtazione della paga, prendiamo il caso di coloro che nel corso dell’anno hanno subito un’alterazione del reddito. Può accadere per via di un arretrato ricevuto, una somma una tantum, una ricostituzione ecc.

Si tratta di situazioni che aumentano il reddito complessivo, facendo crescere l’Irpef dovuta su base annua. Pertanto, la stima del guadagno annuo effettuata sulla prima pensione del mese di gennaio, non sarà corretta e sarà necessario dover pagare l’imposta mancante.
Fin quando si resta nel corso dell’anno, viene trattenuta l’Irpef ipotizzata sulla prima pensione ricevuta a gennaio. Non si può sapere, pertanto, se il reddito complessivo finale sarà più alto. E’ per questo motivo che a dicembre (o al più tardi a gennaio) viene effettuato il riepilogo generale e si avanzano i calcoli precisi.
Pensionati, brutte sorprese con l’inizio del nuovo anno
Nel caso dei pensionati con redditi molto bassi, è comunque previsto un sistema di protezione: se l’importo annuo non supera i 18.000 euro lordi e da conguaglio emerge un debito di oltre 100 euro, l’INPS non può procedere con il recupero immediato. Scatta pertanto la rateizzazione obbligatoria del debito, il quale viene suddiviso su quote mensili che vanno da gennaio a novembre.





