Cozze, “si mangiano solo nei mesi senza r”: la tradizione delle nonne è vera o no?

Una bizzarra tradizione delle nonne vede protagoniste le cozze. E’ vero che devono essere mangiate solo durante i mesi senza la “r”?

Gli amanti del pesce saranno d’accordo sul ritenere che le cozze siano uno dei piatti di mare in assoluto più sfiziosi e succulenti. Eppure, nel tempo si sono rese protagoniste di una strana leggenda che limita il loro consumo. Secondo la tradizione, possono essere mangiate esclusivamente durante i mesi senza la “r”. Ma dove nasce questa usanza?

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Cozze, perché non si devono mangiare nei mesi senza la “r” (Csa.cs.it)

Cozze e vongole non possono essere mangiate tutti i mesi dell’anno, stando a quanto dicono le vecchie e sagge generazioni. La motivazione di questa rinuncia è legata a qualità e freschezza del prodotto, nonché alla riproduzione e alla temperatura delle acque.

Perché cozze e vongole vanno mangiate nei mesi senza la “r”?

Gli amanti della cucina confermeranno che la questione del consumo di cozze e altri frutti di mare sia spesso al centro di dibattiti. Addirittura, una bizzarra usanza delle nonne ne limita l’acquisto e la cottura in specifici mesi dell’anno. Entriamo nei dettagli e capiamo per quale motivo.

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Mesi senza la “R”, quelli ideali per mangiare le cozze (Csa.cs.it)

Secondo la tradizione, i molluschi dovrebbero essere consumati nei mesi senza la lettera “r”. Si tratta di una consuetudine popolare che ha sempre generato parecchie perplessità e ha sollevato interrogativi riguardo la sua fondatezza. Scopriamo cosa c’è alla base di questa regola e perché si è radicata nel tempo.

Sono molte le località costiere che ancora oggi seguono questa tradizione. La realtà, è ben più complessa di quanto si possa immaginare: nonostante le diverse opinioni, alla base della credenza ci sono delle rivelazioni scientifiche che la supportano.

La scienza supporta le credenze popolari: molluschi solo nei mesi senza la “r”

Le cozze raggiungono il massimo livello di qualità proprio nei mesi estivi, ossia nel periodo da maggio ad agosto. Si tratta proprio dei mesi in cui non compare la lettera “r”. In estate, i molluschi si trovano nelle loro condizioni più ottimali, sia in fatto di sapore che di freschezza.

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La tradizione che dice di mangiare le cozze nei mesi senza la “r” (Csa.cs.it)

Anche il rischio di contaminazione batterica è più basso nei mesi estivi, poiché la temperatura dell’acqua del mare è più alta e favorisce una maggiore salubrità del prodotto. Resta comunque da considerare che altri fattori possono interferire sulla qualità dei molluschi, come la loro provenienza e le modalità di pesca.

La riproduzione delle cozze avviene durante l’autunno e l’inverno. In questo periodo specifico, la loro composizione interna cambia. L’organismo indirizza le risorse energetiche verso la riproduzione, pertanto la qualità della carne viene meno. La consistenza si fa meno pregiata e il sapore è più blando. Ecco perché la qualità dei molluschi è inferiore durante i mesi freddi dell’anno (i mesi con la “r”).

Cozze, perché evitarle durante i mesi invernali

Questo non significa che in inverno non possiamo trovare in commercio le cozze fresche, tuttavia si tratta di carichi importati da mari con condizioni climatiche diverse, come gli oceani. Sono varietà che non possiedono lo stesso sapore e le stesse qualità organolettiche delle cozze fresche del Mediterraneo, al culmine della loro qualità nei mesi estivi.

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