Isola Dei Famosi, ex naufraga nei guai: arrestata in Vaticano

La notizia sta facendo il giro del web: l’ex naufraga dell’isola dei famosi è stata arrestata in Vaticano, l’appello sui social.

I reality appassionano sempre, basti pensare all’ultima proposta di Amazon Prime Video, The Traitors. Con alla conduzione Alessia Marcuzzi e 14 concorrenti è scoppiata la mania per il programma super seguito già in tutto il mondo.

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Isola Dei Famosi, ex naufraga arrestata al Vaticano (csa.cs.it)

Si seguono i protagonisti degli show più amati e anche chi non è magari tra i nostri personaggi preferiti, ci incuriosisce sempre quando accade qualcosa di eclatante. E un arresto nella Santa Sede lo è di certo.

Ex naufraga Isola Dei Famosi in arresto al Vaticano: cosa è accaduto

Nel cuore silenzioso della città più piccola del mondo, una figura ben nota al pubblico televisivo, un volto spesso associato a impegno e determinazione, si è ritrovata al centro di un episodio che sta facendo discutere dentro e fuori i confini del Vaticano.

Loredana Cannata, già concorrente dell’Isola dei Famosi e attivista da anni, è stata fermata dalle forze dell’ordine della Santa Sede mentre tentava di consegnare un messaggio diretto a Papa Leone. Un messaggio che la donna riteneva urgente.

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Arresto Vaticano Loredana Cannata (csa.cs.it)

La presenza di Loredana Cannata in Piazza San Pietro non era casuale. L’attrice, insieme ad altri attivisti di PETA UK, si era presentata con una t-shirt e un cartello che riportavano parole contro la corrida, definendola senza mezzi termini una pratica crudele.

L’appello rivolto a Papa Leone era chiaro e scritto in grande: “La corrida è un peccato“. Il suo obiettivo era far giungere al Pontefice un messaggio limpido, chiedendo un impegno deciso per interrompere il legame tra alcuni ambienti religiosi e spettacoli che prevedono sofferenza animale.

Pochi istanti dopo essersi fatta notare, la protesta ha attirato l’attenzione delle guardie svizzere. Ma l’episodio che ha segnato il cambiamento improvviso è avvenuto quando la donna ha oltrepassato le transenne. Un gesto che, come lei stessa ha spiegato successivamente, era mirato esclusivamente a far arrivare il suo messaggio al Papa, senza alcuna volontà di creare pericoli o disordini.

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Loredana Cannata sorpassa transenne Vaticano (csa.cs.it)

Le guardie, percependo la violazione del protocollo, sono intervenute immediatamente: le braccia bloccate, il cartello strappato, poi l’arrivo della polizia vaticana che l’ha condotta negli uffici interni per una perquisizione e un interrogatorio.

Durante le dichiarazioni successive, Loredana ha condiviso ogni dettaglio, sottolineando che il problema non era legato alla protesta, ma al gesto di scavalcare le protezioni, ritenuto un atto grave e non consentito. Ha raccontato l’accaduto con lucidità, spiegando di essere pienamente consapevole dei rischi, ma di aver voluto dare priorità a un messaggio che per lei non poteva restare in silenzio.

L’arresto e le conseguenze a vita

L’episodio non si è concluso con il fermo. Dopo gli accertamenti, all’attrice è stato comunicato che il suo gesto comportava una misura molto severa: il divieto a vita di entrare in Vaticano. Una decisione che ha suscitato reazioni contrastanti, con molti sostenitori che le hanno espresso solidarietà e hanno definito sproporzionato il veto rispetto alla motivazione dell’azione.

Loredana ha raccontato di non sapere se Papa Leone abbia assistito direttamente alla scena, poiché nel momento dell’intervento delle guardie non è riuscita a sollevare lo sguardo verso il Pontefice. Ha però ricevuto messaggi di appoggio da persone che definiscono ingiusto punire chi protesta pacificamente contro sofferenze inflitte a esseri viventi. Per molti, la corrida dovrebbe essere bandita.

La vicenda non si è chiusa nemmeno da parte di PETA UK. L’organizzazione ha chiesto ufficialmente alla Santa Sede di revocare il divieto imposto all’attrice, ritenendolo un eccesso che non tiene conto del contesto e delle finalità dell’atto. Se Loredana vorrà tornare un giorno in Vaticano, dovrà comunque presentare una richiesta formale, come previsto dalle norme interne dello Stato pontificio.

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