Si candida da solo, ma vanno a votare davvero quattro gatti: la brutta storia di un paesino calabrese

In un paesino calabrese, ieri si votava per eleggere il sindaco, ma qualcosa è andato storto: una pagina non edificante per la partecipazione popolare.

Succede che nei piccoli comuni alle amministrative ci sia una sola lista presente e in quel caso, chi è esperto di legge elettorale lo sa, perché la votazione sia valida occorre che si rechi alle urne il 40% degli aventi diritto. Non è mica facile che questo avvenga, viste anche le percentuali altissime di astensionismo. Così, mentre Campania, Puglia e Veneto votavano per le elezioni regionali, in quattro comuni italiani si votava per eleggere il sindaco.

elettore solitario in Calabria
Si candida da solo, ma vanno a votare davvero quattro gatti: la brutta storia di un paesino calabrese (CsaCs.it)

Due di questi comuni si trovano in Calabria, e in uno di questi, Acquaro, piccolo comune dell’entroterra vibonese, la tornata elettorale che avrebbe dovuto segnare il ritorno alla normalità dopo due anni di commissariamento si è conclusa praticamente con un nulla di fatto, proprio per la legge sopra citata. La democrazia e la partecipazione popolare non ci fanno una bella figura, ma forse è il caso di raccontare tutta la vicenda e i suoi sviluppi.

Acquaro, dal commissariamento per mafia alle nuove elezioni

In queste situazioni è difficile pure provare a citare Pietro Nenni, il leader socialista che nell’immediato secondo dopoguerra coniò l’espressione “piazze piene, urne vuote”, per descrivere la capacità della sinistra di smuovere le masse, ma senza poi riuscire a ottenere un corrispettivo in termini di consenso elettorale. Qui siamo più che altro davanti a urne vuote, tout court e senza nemmeno riempirle quelle piazze della politica.

piazza di acquaro
Acquaro, dal commissariamento per mafia alle nuove elezioni (CsaCs.it)

Cosa è successo nello specifico ad Acquaro? Il piccolo comune, dopo lo scioglimento per mafia del 2023 e il conseguente commissariamento, tornava alle urne, nella speranza di tornare a una normalità politica. Ci si aspettava una campagna elettorale serrata, con di fronte l’ex sindaco Giuseppe Barilaro e lo sfidante, Giuseppe Ferraro, a capo di una lista civica che si chiama Acquaro Bene Comune.

Un solo candidato non spinge la popolazione a votare

Barilaro era sindaco nel 2022 e 2023, quando emersero le vicende che portarono il comune al commissariamento per infiltrazioni mafiose, ma il primo cittadino non era direttamente coinvolto e anzi prese anche le distanze in maniera netta da chi con le cosche aveva stretto affari: “Chi sceglie di far parte delle amministrazioni dello Stato deve necessariamente accettarne le regole”, le sue parole per commentare quanto stava accadendo.

Urne vuote
Un solo candidato non spinge la popolazione a votare (CsaCs.it)

Così, due mesi fa, il Tribunale di Vibo Valentia ha rigettato la richiesta di incandidabilità per Barilaro, che così aveva potuto formare la sua lista. La civica dell’ex sindaco è stata però esclusa per irregolarità formali ritenute insanabili, come il contrassegno mancante sui moduli delle firme. Alla carica di sindaco si presentava quindi solo Ferraro, ma domenica e lunedì – in paese – su 1.564 aventi diritto, si sono recati ai seggi appena in 439, meno del 30%: Acquaro avrà ancora per qualche tempo un commissario prefettizio.

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