Notizia che in molti non vorrebbero ricevere: l’indennità più richiesta all’INPS, sta per giungere al termine. Ecco cosa accadrà.
Ci sono notizie che nessuno vorrebbe ricevere, ma il tempo scorre e inesorabilmente si giunge a una scadenza che getta nel panico molti italiani.

Ma dopo le buone notizie relative alla seconda rata dell’IMU da non pagare e la proroga del Superbonus, non bisogna disperare neanche per l’indennità che sta per arrivare a scadenza.
NASpI, quando è terminata cosa posso fare?
Molte persone scoprono che la fine della NASpI non coincide con una porta chiusa. Tanti credono che l’interruzione dell’indennità segnali l’inizio di un periodo più complicato, mentre in realtà può essere un momento strategico, perché è proprio qui che entrano in gioco strumenti e percorsi pensati per sostenere, orientare e accompagnare chi sta cercando una nuova stabilità.
Il sistema di sostegni e percorsi attivi offre più opportunità di quanto sembri. Una delle prime direzioni da valutare riguarda gli strumenti pensati per sostenere nuclei familiari particolarmente fragili. Qui entra in scena l’Assegno di Inclusione, una misura che non si collega alla disoccupazione in sé, ma alla presenza all’interno del nucleo di persone che, secondo la normativa, non possono essere considerate occupabili.

La differenza con la NASpI è sostanziale, non si tratta di un aiuto legato alla perdita di un lavoro, ma di un sostegno destinato a famiglie con minori, persone con disabilità o componenti con almeno sessant’anni. Per chi rientra in queste condizioni, l’ADI rappresenta un modo per garantire una continuità economica essenziale, soprattutto quando il percorso lavorativo risulta impossibile da riprendere nell’immediato.
Accanto a questa misura esiste una strada completamente diversa, pensata per chi ha energie e capacità da rimettere in movimento. È il caso del Supporto per la Formazione e il Lavoro, che per natura si distingue da ogni sostegno economico tradizionale.
Qui non si riceve un aiuto perché si è disoccupati, ma perché si decide di partecipare a un percorso che ha come obiettivo quello di tornare nel mercato del lavoro con competenze più solide. Il contributo mensile collegato a questo strumento rappresenta un incentivo destinato a chi sceglie di investire sul proprio reinserimento professionale.
Non sono poi da escludere, strumenti come l’Assegno di Ricollocazione consentono di ricevere un supporto professionale personalizzato, progettato per rafforzare il proprio profilo lavorativo e trovare nuove opportunità più rapidamente. Non si tratta di un compenso economico, ma di un percorso seguito da esperti che aiutano a comprendere quali capacità valorizzare e come presentarle in modo efficace.
A questo si affiancano programmi che puntano a far crescere competenze richieste dal mercato attuale, come quelli legati alla garanzia occupazionale finanziata a livello nazionale. Sono percorsi che permettono di aggiornarsi, riscoprirsi o persino reinventarsi, trasformando un periodo di incertezza in una fase di rinnovamento.
La NASpI dunque non è l’ultima tappa, ma un punto di passaggio che permette l’accesso a misure differenti in base alla composizione familiare e alle proprie possibilità di reinserimento. Non esiste una risposta valida per tutti e la scelta migliore, dipende da ciò che realmente caratterizza la situazione personale di chi vive questo cambiamento.





