Dal 1 gennaio scatteranno nuove tasse previste dal Governo nella Legge di Bilancio 2026: quali sono le (brutte) novità che ci aspettano?
Nella Legge di Bilancio 2026 depositata dal Governo in queste ultime settimane rientrano alcune novità riguardanti la tassazione. Sono previste nuove tasse a partire dal prossimo gennaio, per un 2026 all’insegna degli incrementi e dell’introduzione di nuove tassazioni per i cittadini e per le imprese. Il procedimento della Legge di Bilancio, dal valore di oltre 18 milioni di euro, si avvia alla conclusione.
L’approvazione definitiva entro la fine dell’anno, subito dopo Natale, ma la nuova Legge di Bilancio è destinata a far discutere, visto che le principali misure riguardano incrementi e applicazione di nuove tassazioni che sfavoriranno molti cittadini e molte imprese. Tra i ritocchi principali il taglio del cuneo fiscale, la revisione dell’Irpef e l’aumento delle pensioni minime.
Le nuove tasse entreranno in vigore a partire dal prossimo 1 gennaio, tra pochi giorni, a partire dall’arrivo della nuova tassa sui pacchi provenienti dai Paesi extra UE. Fissate anche le nuove aliquote per gli affitti bravi e in più è stata raddoppiata la tassa sulle rendite finanziarie, la cosiddetta Tobin Tax. E ancora, aumentata anche la tassa di soggiorno in alcune città, passando da 10 a 15 euro, e l’Irap del 2%.
Certamente, le nuove misure proposte dal Governo sono destinate a creare polemiche e avranno ripercussioni sull’economia personale di cittadini e imprese. Abbiamo accennato alla nuova tassazione sui pacchi provenienti dai Paesi extraeuropei. Come funziona? Dal 1 gennaio è prevista una tassa extra di 2 euro sugli ordini di valore inferiore ai 150 euro e provenienti da fuori l’Unione Europea.
Secondo le stime, tale mossa comporterà importanti introiti, visto che ogni anno sono circa 320 milioni di pacchi spediti in Italia e provenienti da Paesi extra UE. Le piattaforme online sono già in protesta, ipotizzando possibili danni economici per colpa della nuova tassa. 2 euro in più su ogni ordine non è cosa da poco, ma è stata pensata per scoraggiare l’acquisto di prodotti provenienti da lontano, che per due soldi provocano inquinamento a causa dello shopping compulsivo.
Altra tassa riguarda gli affitti brevi, un tema scottante, con il Governo che ha trovato la soluzione prevedendo l’applicazione di due aliquote, quella agevolata del 21% per la prima unità immobiliare messa a reddito e con contratti brevi inferiori al mese, e l’aliquota al 26% per il secondo immobile. Dal terzo immobile, invece, scatta la presunta attività imprenditoriale, quindi i proprietari saranno costretti all’apertura di una partita Iva.
In questo caso, si cerca di scoraggiare i proprietari ad accumulare patrimoni immobiliari destinati agli affitti brevi, liberando gli immobili dal crescente fenomeno dei B&B privati. E poi troveremo la Tobin Tax raddoppiata, ossia la tassa sulle rendite finanziarie, con la tassa di transizione che passerà dallo 0,02% allo 0,04%. Tale mossa porterà nelle casse dello Stato circa 337 milioni.
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