Approvati nuovi limiti che vanno a scoraggiare l’uso del contante: a cosa dobbiamo prepararci per questo 2026 in arrivo?
Rispetto alle ultime decisioni, c’è stata una marcia indietro scoraggiante per tutti gli affezionati al contante. Per quanto l’evoluzione tecnologica possa fare passi da gigante e oggi giorno gran parte delle operazioni di pagamento possono essere effettuate digitalmente, c’è ancora chi preferisce la moneta fisica.
Tuttavia, la lotta ai redditi non dichiarati e alle operazioni illecite portano ad istituire limiti sempre maggiori che puntano a sfavorirne l’utilizzo rispetto a metodi di pagamento, versamento e invio denaro che sono tracciabili e perfettamente trasparenti. A questa sfiducia nei confronti della moneta fisica, si ricollegano le ultime manovre politiche.
L’emendamento presentano da Fratelli d’Italia che innalzava a 10.000 euro il limite all’uso del contante con una tassazione di 500 euro, nella giornata del 17 dicembre è stato ritirato. Questa proposta si poneva come l’abbattimento di una barriera, pur introducendo un imposta di bollo ad hoc per i pagamenti compresi tra 5.001 e 10.000 euro.
Con questa idea si voleva concedere ai consumatori una maggiore libertà nei pagamenti. In realtà, la tassa di 500 euro andava comunque a scoraggiarne l’uso, ma la proposta è stata ritirata negli ultimi giorni. Il contante è diventato un elemento centrale della lotta contro l’evasione fiscale e il limite all’utilizzo è stato già modificato innumerevoli volte.
L’aumento della soglia doveva essere interpretata come una sorta di compromesso e, al contempo, doveva fornire un introito alle casse dello Stato tramite gli incassi da 500€ per tutti i pagamenti oltre i 5.001 euro, anche qualora alla base delle transazioni ci fosse stato denaro guadagnato illecitamente.
Il senatore Francesco Boccia del Partito Democratico, aveva già dichiarato che questo innalzamento avrebbe favorito l’illegalità anziché contrastarla. Infatti, aumentare la soglia significa anche accettare le conseguenze correlate, come l’inevitabile aumento dei pagamenti in nero.
Altri Paesi Europei, tuttavia, hanno scelto di non prevedere alcun limite all’uso del contante: Irlanda, Svezia, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania, Austria, Ungheria, Cipro, Estonia e Finlandia. Invece, i Paesi che mantengono il limite, oltre l’Italia, sono: Croazia a 15.000 euro, Portogallo a 3.000 euro, Danimarca a 2.700 euro, Spagna a 1.000 euro, Grecia a 500 euro.
Ora, è la stessa Unione Europea a prendere in mano la situazione e imporre un limite che entrerà in vigore a partire dal 10 luglio 2027: la soglia limite è fissata a 10.000 euro e tutti i Paesi dovranno adeguarsi. I singoli Stati potranno modificare il tetto limite solo portandolo a importi più bassi, da comunicare preventivamente a Bruxelles. Significa che dove è già in vigore un limite d’uso, continuerà ad essere lo stesso anche dopo il 2027.
Anche in fatto di monete metalliche cambiano le libertà: nonostante in Italia, a livello nazionale, non esista alcun limite a riguardo, un commerciante non è obbligato ad accettare pagamenti che avvengono con più di 50 monete, a prescindere dal loro importo. Invece, la Penisola prevede che tutti gli esercenti siano obbligati ad accettare metodi di pagamento diversi dal contante, senza potersene rifiutare. Invece, in Paesi europei come Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, le attività commerciali possono rifiutare pagamenti con carta senza infrangere la legge.
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