Stravolgimento delle regole in relazione alla TARI: d’ora in avanti, si pagherà solo per i rifiuti realmente prodotti. Addio forfait.
Ecco che per questo 2026 in arrivo, già si respira aria di novità. Tra i principali cambiamenti che interesseranno i contribuenti, quello della TARI avrà particolare rilevanza: a quanto si vocifera, la tassa sui rifiuti sarà sostituita dalla TARIP, secondo la quale ogni importo verrà rivalutato in base all’effettiva produzione di rifiuti.
Addio alle cifre forfait, per quanto riguarda i rifiuti: la nuova tassa sulla spazzatura si fonderà su principi del tutto diversi. Il sistema di calcolo sarà la vera base del cambiamento e l’importo da versare da parte dei contribuenti, sarà stabilito in base alla quantità di rifiuti indifferenziati realmente prodotta.
Con la TARIP siamo davanti all’evoluzione della tassa sui rifiuti come l’abbiamo conosciuta finora. Ad oggi, paghiamo un contributo calcolato in base alla metratura dell’immobile e al numero dei suoi abitanti. Con la TARIP, evolve la modalità di calcolo: quanto rifiuto effettivamente viene prodotto?
Si tratta di un cambiamento da definire “corretto” e realmente proporzionato. Apportando questa modifica, si vuole incentivare la raccolta differenziata applicando un costo maggiore man mano che cresce la quantità di indifferenziato prodotto.
TARIP è l’acronimo di Tassa Rifiuti Puntuale e vuole sostituire completamente la TARI, premiando chi differenzia e punendo chi inquina. In questo modo, saranno portati al risparmio i più virtuosi che separano i rifiuti correttamente e gettano via meno indifferenziato.
Questa introduzione non è una novità: la TARIP era già prevista dalla legge 147 del 27 dicembre 2013 e disciplina la tassa sui rifiuti proporzionata in base al prodotto. Nonostante sia stata istituita oltre un decennio fa, non ha mai incontrato applicazione su territorio nazionale.
Secondo il comma 667 della medesima legge, l’entrata in vigore del nuovo sistema di tassazione è subordinata alla realizzazione, da parte del singolo Comune, di un sistema di misurazione puntuale del rifiuto. Questo significa che la TARI resterà l’unico sistema in vigore per il conteggio della tassa fin quando i Comuni non decideranno di installare i dovuti sistemi e passare alla TARIP.
Già si iniziano a contare le nuove installazioni con successivo passaggio alla TARIP: ad esempio, alcuni comuni del Lazio, dell’Emilia Romagna e del Veneto. Di certo, questo cambiamento graverà di più su chi produce più rifiuto inquinante e differenzia meno, pertanto i cittadini dei Comuni già interessati sono portati ad essere più responsabili in fatto di immondizia.
Per rifiuti indifferenziati, teniamo conto di quella porzione di immondizia che non può essere differenziata separatamente. Vi rientrano oggetti in plastica che non sono imballaggi, piatti e bicchieri usa e getta, pannolini, lettiere per animali, giocattoli inutilizzabili, scontrini, carta sporca di cibo o colla, penne, mozziconi di sigarette e oggetti composti da materiali impossibili da separare. Per ogni utenza saranno addebitati degli svuotamenti minimi per ogni anno (numero che cambia in base agli abitanti dell’immobile) e saranno calcolati gli svuotamenti dei rifiuti non riciclabili che superano quel numero minimo.
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